Per me che sono recalcitrante alle stanze strette, sia reali sia mentali e temporali la minilesson rappresentava un mostro dalle mille teste.
Io vivo nel caos, sono il tipo che piuttosto che organizzare un armadio ne compra un altro con la speranza che il primo si vaporizzi da solo senza lasciare traccia dopo aver magicamente consegnato il suo contenuto al nuovo armadio, che presto diventerà incasinato come il precedente.
La minilesson... mi attirava e respingeva allo stesso tempo.
Diciamo che il libro di Jenny Poletti Ritz, Scrittori si diventa è stato un po' lo spartitraffico fra il prima e il dopo.
Come potete vedere sembra abbastanza rigido.
Ne sono stata per molto tempo terrorizzata.
Il mio taccuino si riempiva di note e appunti.
Alla fine ho provato e riprovato fino ad avere una scansione abbastanza simile alle minilezioni suggerite dai testi che leggevo e rileggevo sperando in un miracolo dilatatore di tempi. È successo che, non subito, ma in un paio di mesi, ogni anno ci si riusciva.
Devo ammettere che ultimamente sono tornata all'origine, sto soffrendo tantissimo per rispettare le tempistiche, ho una classetta abbastanza vivace, sono bimbi e bimbe di quarta primaria e quindi scintillanti di richieste e curiosità, ma quando si riesce a rispettare (più o meno) la prima parte davvero poi c'è tanto tempo da dedicare ai singoli alunni. Bisogna essere fermi, molto fermi per non cedere alla tentazione di far diventare tutto un brain storming continuo. Nei dieci minuti della spiegazione non rispondo a domande, e loro, ovviamente si ribellano, qualcuno, mi stuzzica anche "Maestra, ma ho avuto una connessione". Li adoro.
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