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in fondo alla pagina del blog c'è un elenco in cui inserirò man mano audio e video letture che troverò interessanti in giro per il web

martedì 21 aprile 2020

I cinque malfatti

Non ho scritto in questi giorni, avevo bisogno di pensare, riflettere, nel marasma di cose da fare, lezioni da preparare, ovviamente imperfette, per certi versi inutili, per altri utilissime.

Man mano che passano i giorni, questa realtà mi avvolge, mi costringe a una vita diversa, a ripensare alla gestione della famiglia, della casa, del mio lavoro.

Per me che sono una casalinga disperata, nel senso che sono una disperazione di casalinga, stare in casa e gestire il disordine e tutto il resto è una bella (?) sfida.
Mentre nella vita di ieri potevo permettermi il lusso di dire sono stata fuori tutto il giorno, e, quindi, la lavatrice è rimasta ferma, ora no.
Nei miei incubi, il corona virus, oltre alla sua tragicità, incarna altre cose, soprattutto il mettermi di fronte ai miei limiti. E ce ne sono tanti.

Ma, tant'è li avevo anche prima.

Di solito, in questi casi, un bello shopping in libreria è la sola cosa che mi tira su.

Ma in questi giorni non si può, #iorestoacasa..

Tra i tanti miei libri, però, ce n'è uno...
che ha il potere di ridarmi sempre il buon umore.

Il libro è di Beatrice Alemagna per la casa editrice Topipittori.

Erano cinque, cinque cosi malfatti...
l'incipit basta ad entrare in un mondo fantastico. Dice già tutto, erano 5, cinque come le dita di una mano, 5 bastevoli a se stessi. Ed erano cosinon cose, non esseri, ma cosicosi così malfatti, ma così simpatici che incontrati una volta ti restano dentro come amici silenziosi.
Unici e imperfetti, o perfetti?
Questo libro mi fu proposto la prima volta come uno di quei libri educativi dal quale trarre spunti didattici per l'inclusione.
Quindi... lasciai perdere... la parola inclusione mi provoca una terribile orticaria, sono certa che si potrà avere vera inclusione quando lasceremo perdere la parola inclusione.

Però, mi solleticava, come tutti i racconti di Beatrice Alemagna.
Le sue storie, non sono mai banali, consuete, in un certo modo, vorrei dire, che non sono rassicuranti, ma ti lasciano un piccolo tarlo benevolo che si annida e rosicchia corde profonde.

Così, infine I Cinque malfatti è diventato un mio libro del cuore.

L'anno scorso l'ho usato in un modo un po' diverso dal solito, senza troppe analisi.
Il libro era in giro e ho lasciato che i personaggi entrassero lentamente a far parte del gruppo classe, disegnati e raccontati in mille sfaccettature.
L'attività più divertente era collegata all'esplorazione della scuola e del giardino.

Per farlo abbiamo progettato un percorso con il Bee-Bot, il robottino programmabile.
La cosa ha voluto una esplorazione dell'ambiente da parte dei bambini che hanno dovuto fare come il Capovolto, cambiare il proprio punto di vista, farsi piccoli e guardare le cose da parte di fragili personaggi di carta.

analizzarli e discutere delle loro potenzialità
esplorare lo spazio interno ed esterno e relazionarlo...


PROGETTARE E STRUTTURARE PERCORSI...
CONVINCERE LA MAESTRA A METTERLI "belli sul PC, mae'"
 


e farli infine partire
...

...il personaggio rimasto solo è sempre lui... 
... il PERFETTO

noi, con tutti gli altri, invece eravamo sempre pronti all'avventura...
e ripensando a tutto questo bel lavoro, al caos, all'allegria e alla confusione apprezzo anche il mio caotico essere "donna NON di casa".

 Per chi volesse conoscere meglio la storia, su youtube ci sono molte audioletture del libro, ma dovete averlo fra le mani per capire cos'è.  
È da tenere in libreria, a portata di mano, o, almeno, di occhio.