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lunedì 2 gennaio 2023

Sul WRW

Era il 2001 quando ebbi il mio primo incarico. Era una classe prima, avevo passato le ultime settimane a preparare tutto con cura, mi ero persino scritta le cose da dire, nervosa, ma pronta. Così restai molto sorpresa quando  miei piccoli alunni e le mie piccole alunne portarono il lavoro da tutt'altra parte. 
Questa cosa però non fu negativa, mi aiutò a capire una cosa per me fondamentale, l'esigenza di creare un ambiente di lavoro in cui alunni e insegnante perseguissero obiettivi prefissati lavorando insieme.
Insomma, mi accorsi che non mi piaceva la "cattedra" così lontana dai bambinie dalle bambine com'era.

Tra il dire e il fare però... tanta solitudine. Allontanarsi da strade tracciate non è facile, soprattutto in un ambiente scolastico in cui le metodologie e i criteri di lavoro sono già fissati e sperimentati e danno  ottimi risultati. 

Anni e anni di studio e di ricerca, corsi su corsi...

Un primo tributo lo devo a Margherita Bellandi, ad un suo corso fu la prima volta in cui non mi sentii tanto sola il che mi  incoraggiò a proseguire in un percorso entusiasmante anche se faticoso.  
Erano gli anni della sperimentazione Moratti, con le Indicazioni e le UDA eccetera, in ogni caso io mi ero preparata sui Programmi dell'85 e devo dire che per me quella base è stata fondamentale.

La mia collega di riferimento, carissima Gabriella, usava il metodo Zoi e, sebbene avessi qualche dubbio sul metodo "globale" per l'approccio alla letto-scrittura, il lavoro sullo scrivere e sul leggere sono stati un grande aiuto.
Ricordo ancora il libro La lettura approfondita (una piccola antologia di testi di vario genere), in cui gli autori, Zoi e un altro che non ricordo, in pochissime parole nella prefazione, rilevavano la necessità di aiutare i bambini a comprendere la propria realtà e a fornirgli i mezzi tecnici necessari per poter esprimere il proprio pensiero e le proprie sensazioni. La grande importanza di una lettura approfondita dei testi doveva servire anche a comprendere le regole e gli artifici della lingua scritta e delle sue regole e delle sue potenzialità. Certo i testi non erano più adeguati per i bambini e le bambine del 2000 se non alcuni prettamente descrittivi, ma mi fornirono un primo esempio di lettura non da "surfista" (spiegherò in un prossimo momento).

Nel corso del tempo ho lavorato in molti modi diversi, nel frattempo Internet ha preso rilevanza nelle mie ricerche e ho potuto conoscere i metodi usati nel resto del mondo, soprattutto gli insegnanti americani ho trovato molto generosi nel condividere le loro strategie.

Quando ho incontrato il WRW  stato un bel momento, come il riconoscimento di essere sulla strada giusta.

Fondamentale è stato il libro di Jenny Poletti Ritz, Scrittori si diventa. Era già il 2017, non ricordo neanche come ne ho sentito parlare la prima volta, ma dovevo averlo ed è stato illuminante. 

In due parole spiego cos'è il WRW e, spero, in prossimi articoli di parlare in dettaglio delle varie strategie che aiuta a mettere in campo.
 
Il Writing and Reading Workshop

Il Writing and Reading Workshop è un approccio didattico che si basa sulla pratica della scrittura e della lettura come modo per sviluppare le competenze degli studenti in entrambe le attività. 
Si cerca di creare un ambiente di classe collaborativo e di supporto dove gli studenti possano sperimentare, esplorare e condividere le loro idee attraverso la scrittura e la lettura.

Il writing and reading workshop si basa sull'idea che gli studenti imparino meglio quando hanno la possibilità di esplorare e scrivere su argomenti che li interessano e che hanno significato per loro. Durante il lavoro laboratoriale, gli studenti hanno la possibilità di lavorare autonomamente o in gruppi, di condividere il loro lavoro con gli altri e di ricevere feedback e supporto dal docente e dai compagni di classe. Quest'anno stiamo riprendendo, con cautela, anche le collaborazioni in gruppo durante la stesura, cosa che in periodo di pandemia non era stato possibile.

Il writing and reading workshop può essere utilizzato in diverse discipline (quest'anno ne ho molte, tra le quali italiano, storia e geografia) e a diverse età e può essere adattato a diverse esigenze didattiche. L'obiettivo è quello di aiutare gli studenti a diventare scrittori e lettori competenti e appassionati, in grado di esprimere le loro idee in modo chiaro e coerente e di comprendere e apprezzare il lavoro degli altri. E, ovviamente, aiuta moltissimo nella comprensione dei testi strettamente di studio.
Una delle caratteristiche del laboratorio è la sua struttura flessibile che può essere adattata alle esigenze e agli interessi degli studenti, e può includere diverse attività, come la scrittura indipendente, la revisione e l'editing, la lettura ad alta voce e la discussione di testi.
Offre anche agli studenti la possibilità di sperimentare diverse forme di scrittura, come il racconto, la poesia, l'autobiografia, il saggio, il diario e il reportage. In questo modo, gli studenti possono sperimentare diverse forme di comunicazione e sviluppare le loro competenze di scrittura in modo più ampio.
La mia speranza, usando questo approccio, è quella di aiutare gli studenti a diventare scrittori e lettori competenti e appassionati, dove competenza e passione non siano solo estemporanei e legati al lavoro scolastico, ma si evolvano in desiderio di sapere e di conoscenza in ogni esperienza di vita.

Al wrw collego altre metodologie, ma cerco sempre di preferire la lezione laboratoriale a quella frontale, per quanto le minilesson prevedono anche momenti frontali e per certi versi necessari e imprescindibili.

Per quanto riguarda la costruzione delle frasi aver conosciuto e iniziato a sperimentare la grammatica valenziale ha un suo perché. Questa però è un'altra storia e dovrei parlare di Sabatini e De Mauro e De Santis... non ora sicuramente.

Mi fermo qui, spero di non aver detto nulla di sbagliato,  per chi mi leggerà consiglio di approfondire autonomamente la questione, in quanto l'argomento è piuttosto articolato e questi miei scritti non sono altro che riflessioni personali dettate dall'interesse di tenere almeno traccia di quello che studio e sperimento.

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