Mi piace lavorare con la mia collega Francesca.
Non siamo in classi parallele, siamo distanti due anni. La nostra collaborazione a classi aperte è iniziata qualche anno fa. Io allora avevo una quarta classe e lei una seconda. Il nostro primo laboratorio era nato da contingenze pratiche relative al progetto Io leggo perché...
I ragazzi di quarta prepararono delle letture e un laboratorio creativo per i bambini della seconda, fu un lavoro molto interessante, se riesco a recuperare un po' di materiale, penso di farne un piccolo articolo. In quell'occasione sperimentai il laboratorio di lettura tenuto autonomamente dai bambini di quarta.
Prepararono le letture da fare ai compagni, stabilirono i tempi e gli spazi per leggere e poi per elaborare quanto letto in forma artistica. Francesca, all'inizio scettica, dovette riconoscere che la cosa funzionò. Parlammo a lungo del Writing and Reading Workshop (WRW) di cui lei aveva solo sentito parlare e che io utilizzo già da parecchi anni, un po' a modo mio, ma con molti risultati. Le proposi di fare qualche piccolo approccio nella sua classe.
La sua reazione inizialmente fu scettica, preoccupata di non avere dimestichezza con il metodo, né abbastanza conoscenze per cui temeva di non poter guidare i bambini in una gestione del laboratorio che sembrava essere troppo impegnativa.
Io, invece, ero certa che avrebbe fatto la differenza. Anche se era da poco che conoscevo Francesca la sentivo già vicina nella didattica, ha sempre fatto lavorare i bambini in modo laboratoriale, in gruppo e non. Ha sempre avuto una particolare attenzione alla lettura e alla scrittura, le mancava il saltino della fiducia nel lasciarli fare. Ma dopo un po’, con la curiosità e la professionalità che la contraddistinguono e qualche consiglio pratico, decise di provarci. Preparammo qualche minilesson, giusto di prova e le proposi alcuni organizzatori grafici, che, ero certa, avrebbero suscitato una certa curiosità. Le passai anche il nostro schedario con i consigli e gli s_consigli sui libri che i bambini leggevano e consigliavano o sconsigliavano agli altri. Non era altro che il nostro raccoglitore di Tutto in una pagina uno strumento creativo e coinvolgente che aiuta a riflettere sui testi letti e a comunicarne il significato in modo personale e artistico. Qui trovate notizie in più sul One Pagers.
Negli anni di utilizzo della metodologia del wrw nella mia classe ho visto quanto questa possa trasformare i bambini in lettori e scrittori appassionati. Ho fatto del one pager (tutto in una pagina) un caposaldo di quello che oggi è il mio personale metodo di lavoro, facendolo crescere e piegandolo alle necessità della classe. I bambini di quarta e poi l'anno successivo in quinta parlarono ai compagni più piccoli del loro modo di scrivere le recensioni sui libri letti. Mostrarono in un paio di minilesson tenute da loro, vari organizzatori grafici, alcuni semplicissimi con titolo, parole chiave, personaggi e altri molto complessi con connessioni, inferenze, stile dell'autore. L'idea piacque molto e oggi i ragazzi della classe di Francesca sono diventati lettori sempre più consapevoli, i loro one pager sono molto curati, sarà che leggono tanti libri per il gusto di creare i loro bellissimi Tutto in una pagina?
Quest'anno, quindi, la situazione si è rovesciata. Sono i bambini di Francesca in quarta che fanno da mentori ai piccolini di prima classe che ho io.
Il grande lavoro fatto in classe è evidente. I bambini, anche coloro che all’inizio leggevano poco e con fatica, sono diventati forti lettori. Si scambiano consigli sui libri, si immergono nelle storie con curiosità e, soprattutto, amano scrivere e riflettere su ciò che leggono.
E i loro One-Pagers? Una festa! Sfogliandoli, ci si trova davanti a pagine colorate e ricche di dettagli: parole chiave evidenziate, citazioni scelte con cura, immagini e simboli che raccontano le emozioni provate durante la lettura. Ogni lavoro è unico, frutto di un processo di riflessione e creatività che va oltre il semplice riassunto.
La soddisfazione della mia collega mi ha confermato, ancora una volta, che il WRW non è solo un metodo, ma un'esperienza trasformativa. Quando i bambini si sentono liberi di esprimersi, quando il lavoro è autentico e personale, la lettura e la scrittura non sono più obblighi scolastici, ma diventano passioni.
Questa esperienza ci ha insegnato che vale sempre la pena provare nuove strategie, anche quando ci sembrano impegnative o diverse da quelle a cui siamo abituati. A volte, basta un po’ di fiducia per scoprire che un metodo può fare la differenza.
Poi vi racconterò del libro che i bambini hanno scritto insieme per la Casa editrice più piccola del mondo, intanto gustatevi una piccolissima selezione dei loro one-pager. Perdonate la qualità delle foto... e perdonate se qualcuno avrà piccoli refusi, in genere non vengono corretti dalle insegnanti